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Il blog di danielaa (4) |
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Lei...di danielaa del 05/11/2009 alle 0:02 Lei era davanti al monitor. Aspettava.. era una vita che lo faceva. Lui era dall' altra parte, lo vedeva online, ma non riusciva a decidersi a mandargli quel primo messaggio che le avrebbe permesso di vederlo. Lei si era preparata per trascorrere una lunga notte chattando: le sigarette e il posacenere vicini, la doccia, il profumo..come se lui potesse "sentirla" davvero. Quella sensazione, quel lieve tremore, quell' euforia che l' avevano accompagnata durante tutta la giornata, erano reali, tangibili e lo provava l' ansia di quell' attesa: era lì, davanti al computer, come una ragazzina che si prepara per il suo primo appuntamento, sognando il fatidico primo bacio!… E lui non arrivava. Intanto inizia a salutare gli amici per permettere al tempo di passare più in fretta, ma quello che dice loro e quello che loro le dicono non ha senso per lei in quel momento. Trova noioso e irritante anche il suo migliore amico, il suo fratello di chat, quello con cui ha condiviso gioie e dolori reciproci. Perché lui non arriva? Forse non è solo e non può chattare!… La rabbia incomincia a stringerle lo stomaco e continua a cazzeggiare online con tutti..la sua lista è interminabile..belli e brutti, stronzi e meno stronzi..ma lei continua sempre più irragionevolmente furiosa: "Ciao, come stai?" " Bene grazie e tu?" "Mi mandi una foto?" "Hai la cam?" "Ti descrivi?" " Sono di Roma e tu?"…non ne può più! Tutto questo è insopportabile! E' lì da un' ora con la testa che le martella, con mille domande a cui sta cercando di dare una risposta: "Ho capito male?" "No, ha detto che ci saremmo 'rivisti' stanotte" "Ho frainteso il suo modo di fare?" "No…ha detto: mi intrighi, voglio conoscerti!". Le sembra di impazzire, si chiede dove possa aver sbagliato e va a frugare nell' archivio messaggi per rileggere la chat della notte precedente…: niente! Una chiacchierata piacevole, come tra due persone che si conoscono da sempre, cose in comune, risate, sorrisi e la voglia di non disconnettersi mai. Ma la vita era lì dietro le loro spalle e hanno dovuto chiudere, interrompere quel momento magico. Continua a rimanere online…non ha il coraggio di allontanarsi: e se lui dovesse arrivare? Risponde agli amici senza neanche soffermarsi a pensare, automaticamente, facendo confusione tra l'uno e l' altro, sbagliando destinatario dei messaggi…la sua mente non è lì con lei! Ma lui dov'è? Che starà facendo? Si era imposta di non ricadere per la seconda volta nello stesso errore..si era fatta troppo male in passato! Ma non c'era stato niente da fare! Quella magia aveva di nuovo incominciato a sostituire le cellule del suo sangue nelle vene e un miliardo di scintille le esplodevano nel cuore. Le sembrava, letteralmente, di stare camminando sulle nuvole…il sorriso sempre sulle labbra..la luce negli occhi..il mondo guardato con nuove prospettive…. Ma lui dov'è? Dov'è la persona che ha suscitato queste emozioni nel suo cuore scettico? A casa sua, abbracciato alla sua donna, a sorriderle, ad accarezzare i capelli dei suoi bambini, a bearsi dei loro racconti concitati ed entusiastici delle loro avventure, a sorridere dei loro strafalcioni.O magari era con gli amici, raccontando le cose che si erano detti, tanto per farsi due risate alle sue spalle, a ridere di lei, dei suo sentimenti e delle sue emozioni? E lei dov'è? Davanti al computer inebetita ormai dallo sforzo di tenere testa a tutti. Ci è riuscita, però, ed è fiera di se stessa e anche grata ai sui amici che ancora una volta, inconsapevolmente, le hanno dato una mano. Si sente anche in colpa per aver sbuffato ogni volta che uno di loro è entrato per salutarla. Ora, man mano, inzia a congedarsi da loro senza mai essere convenzionale o formale, perché ognuno di essi ha una sua storia ed è una persona diversa dagli altri, unica. Lei li conosce tutti. Rimane da sola col suo "fratello virtuale" che le chiede: "Dany che hai?" e lei non riesce più a trattenere le lacrime e con quel "Niente!" per risposta riesce a trasmettere al suo amico tutto il suo dolore. Con un groppo in gola, impotente, lui non riesce a dirle altro che "Piccola fatti abbracciare, tvb.." "NO!…Chiudo…Non mi chiamare per favore!" . Con lui può permettersi di essere sgarbata, dura, perché le vuole bene e la comprende. Del resto non è la prima volta che viene mandato a fc al posto di un altro! E' la sua valvola di sfogo, come lei lo era per lui. E incomincia a disconnettere e chiudere i programmi che aveva aperto…operazioni che le sembrano interminabili stasera. Click…finalmente! Tutto chiuso! Tutto finito! Prende un' ultima sigaretta, va in terrazza, ci sono le stelle, miliardi di stelle, quelle stesse che brillano in tutti i posti del mondo e che magari sta guardando anche lui in quel momento. Ma lei non riesce a metterle ben a fuoco, le lacrime creano aloni intorno a quelle piccole fiammelle. Sceglie la stella più grande, quella che brilla di più, quella che riesce a vedere meglio e intreccia il suo sguardo ad essa: è l'unico modo che ha per parlare con lui e gli dice addio….e forse e’ quello che dovrebbe fare davvero, ed e’la cosa piu giusta da fare, ma che sa che per il momento non ha la forza ne’ il cuore di fare, puo’ sparire, smetterla di pensarci ma e’ talmente convinta di esserne innamorata come solo gli adolescenti sanno essere, innamorati di un nulla…..di un nick! Getta via la cicca della sigaretta, va in camera…guarda la parte del suo letto vuoto, guarda il compagno che dorme con una punta di rimorso per i pensieri amorosi che rivolge all’altro…al nick , dove fra poco si ritroverà ad abbracciare un cuscino che porta il nome di un uomo, una cometa che ha attraversato il suo cielo riempiendolo di tutti i suoi sogni….che da anni non sognava….e nel silenzio mormora piano “addio”, sa che da domani dovrà lasciare lui, il suo sogno, la chat, gli amici ma che e’ l’unica cosa sensata da fare a quel punto. |
Una donna una Storia 16/12/2003di danielaa del 04/11/2009 alle 23:58 Da quando mi ricordo e' sempre stata li, all'angolo della Griona via tristemente nota nella mia citta' come la " via delle battone" .......perche nel tempo di guerra e in quello subito dopo antecedente in quella via abitavano solo " quelle" Daniela 16/12/2003 |
Storia di una stellina 17/12/2002di danielaa del 04/11/2009 alle 23:51 Storia di una Stellina Era una fredda sera di dicembre quando Stellina era giunta in quel cielo, di natura timida e sensibile era rimastra estrefatta dal calore che emanavano gli astri di quello splendido firmamento, si era detta: "Se resto qua, nascosta, al buio, mischiata in mezzo agli altri forse riesco a brillare anche io e a diventare più forte e sicura"… |
Il toniodi danielaa del 04/11/2009 alle 23:43
Era la stessa storia di sempre, Tonio sull’ottantina , vecchio e ricurvo avanzava aiutandosi con il bastone, i capelli canuti, la gobba non gli impedivano infatti di passare le giornate tra l’orto e il frutteto ora strappando un filo d’erba tra le verzure, ora sistemando meglio uno spaventapasseri, ora imprecando verso gli uccelli che , appena lui girava gli occhi, cercavano di mangiargli la semenza appena seminata, ora correndo verso il frutteto: aveva una bella pianta di fichi, una di ciliegie , un albicocco , e i cachi….questo frutteto era recintato ma i rami rigogliosi delle sue belle piante, poste per questioni di spazio, proprio a ridosso della recinzione tracimavano dalla rete stessa sulla strada.. La rete sormontava un piccolo muretto di circa 15 cm , ed era facile per i ragazzi della via adiacente arrampicandosi aiutandosi uno con l’altro, a turno a rubare, a secondo della stagione, ora le albicocche, ora i cachi .. Ai piedi degli alberi, ridosso al muretto erano interrate tante piantine di fragole di cui, si sa, i ragazzi all’epoca erano molto golosi…. Oggi questi prelibati frutti si trovano a poco prezzo anche nei supermercati, all’epoca invece erano considerati dei lussi, quei ragazzi infatti approfittavano del fatto che il Tonio girava in fondo all’orto oppure della tarda sera quando il Tonio, che si svegliava all’alba, andava a dormire presto, per scavalcare la recinzione ed entrare a rubare, piccoli innocenti furti, le succose fragoline…. Tra l’orto e il frutteto, c’era un grande spazio che un tempo era stato di terra battuta, ma ultimamente era stato asfaltato per metà, qua zampettavano diverse galline becchettando i pochi fili d’erba che trovavano e in fondo all’ aia, come piaceva al Tonio chiamare quello spazio, forse in ricordo dei tempi in cui quel cortile era una cascina piena di animali a cui, con l’avanzare dell’età’, aveva dovuto rinunciare… Il Tonio aveva anche una moglie, Rosina, una fragile donnina tanto piccola , resa ancora più piccola dalla gobba, tanto quanto il Tonio era alto, a vederli insieme facevano una strana coppia sembrava la “gubin”, come comunemente veniva chiamata Rosina, fosse la borsetta di Tonio.. Erano sposati da 60 anni e da sessanta anni vivevano in quella via, avevano visto pian piano quel quartiere, all’epoca quando erano giovani sposi, in aperta campagna mutare pian piano, i casolari trasformarsi in lussuose villette, le cascine essere abbattute e trasformarsi in condomini , le coppie proliferare e i bimbi diventare grandi e a loro volta diventare prima genitori e poi nonni ma loro no, erano rimasti li, impassibili , lontano dai tempi… Non avevano televisione, a cosa poi sarebbe servita non si sa, in quanto la loro giornata cominciava all’alba, quando il gallo cantava, e loro si alzavano, rigovernavano le galline, raccoglievano le uova e via nell’orto e nel frutteto ….. Avevano ricevuto diverse offerte sia per vendere la loro, come pomposamente la consideravano, cascina ma loro avevano sempre desistito il Tonio diceva che voleva chiudere gli occhi per sempre li….i figli, un maschio e una femmina, avevano costruito dall’altro lato della strada due villette gemelle per stare vicini ai genitori ma anche perché pur essendo cresciuti ed essendosi modernizzati, si sentivano sempre legati a quella “terra”, a quel quartiere e a quel rione ancora non contaminato dalla città….se avessero saputo che tanti anni dopo lì ci avessero costruito un grande centro commerciale… Il Tonio e la Rosina oltre a non possedere, come già detto la televisione, erano refrattari anche al telefono che cominciava a fare le prime comparse in quella zona, quando un rappresentante si era presentato alla loro porta per proporre il telefono, Tonio lo aveva cacciato, come aveva fatto con quelli che gli proponevano di vendere il suo podere, urlando e minacciandogli sollevando il suo bastone e quelli se l’erano filata a gambe levate. Non avevano nemmeno l’automobile , la Rosina infatti la si vedeva sempre circolare per strada, più che altro per recarsi alla messa, sempre a piedi, vestita di grigio e di nero, avvolta sia d’estate che d’inverno in un ampio scialle grigio, il Tonio invece quando usciva era sempre in camicia e giacca di fustagno lisa, come lisi erano i suoi pantaloni, prendeva la bici ma non ci saliva, la portava a mano , attaccata ai manubri ci stava sempre una borsa fatta con i ritagli di pelle, la borsa di “ciapin” come comunemente veniva detta in dialetto… A volte nel portapacchi della bicicletta, sempre rigorosamente spinta a mano e mai inforcata, si poteva vedere una grande fascina di legna e legnetti, probabilmente ad uso del camino o della stufa, a noi ragazzi infatti non era dato di saperlo, in quanto il Tonio e la Rosina, erano refrattari anche a qualsiasi contatto con le “nuove” persone della via e meno che meno con i ragazzini che essi consideravano solo dei disturbatori, davano fastidio le loro urla e i loro schiamazzi per la strada e non si rendevano conto che più il Tonio si arrabbiava più loro si divertivano apposta ad fare casino e fingere di andare a rubare la frutta. Lui urlava e schiamazzava, ai suoi schiamazzi si univano quelli delle galline che, spaventate dalle urla del Tonio, scappavano di qua e li e a quel punto scoppiavano tra i ragazzini che fuggivano saltellando delle grandi risate.. Un giorno, il Tonio stava arrivando in bicicletta, con la bicicletta a mano, e aveva visto due ragazzini vicino alla sua recinzione, il ragazzino faceva la scaletta, con le due mani unite, per permettere alla ragazzina di salire, e ahimè quella ragazzina ero io, e lui con una imprevedibile agilità era balzato in un attimo vicino alla rete…il ragazzino se l’era filata a gambe levate mentre io ero rimasta li, appesa la rete e l’albero con il Tonio sotto che urlava bestemmiando come un ossesso agitando il suo bastone, agilmente, grazie anche ai miei 11 anni, ero riuscita a scendere ma, inforcata la mia bicicletta che stava li a due passi, nella foga di scappare non avevo visto un grosso sasso ed ero caduta sbucciandomi entrambe le ginocchia….avevo visto in un attimo il Tonio incombere su di me e già aspettavo l’imminente bastonata ed invece……ancora ora non so spiegarmi il perché, improvvisamente il suo volto venne trasfigurato da un sorriso mentre si chinava ad osservarmi le mie povere ginocchia sbucciate, che poi per me erano all’ordine del giorno ^_^, preoccupato che mi fossi fatta male, una volta che si rese conto che non mi ero fatta niente mi chiese sempre con voce dolce “Fiuleta ta vora du fravon?” (ragazzina le vuoi due fragole?) …già perché il Tonio non parlava l’italiano…ma veramente nemmeno noi li nel rione, ma lo imparavamo a scuola dove eravamo costretti ad esprimerci in un linguaggio più decente…. Non accettai le fragole ma approfittai di questo strano momento di gentilezza per inforcare la bici e scappare a casa a lavarmi le ginocchia, domandandomi cosa mai fosse accaduto a quell’ uomo tanto rissoso e burbero…. Nei giorni successivi, quando passavo di li, lo salutavo sempre con gentilezza, colpita ancora da quel suo atto di bontà che aveva avuto nei miei confronti…non ho mai ricevuto risposta, anzi lo sentivo borbottare, senza mai capire cosa realmente dicesse, nei mie confronti…..mi chiesi quasi se mi fossi sognata l’episodio…. Ho abitato là ancora diversi anni, la Rosina intanto passò a miglior vita, ma il Tonio era sempre là…a curare le sue galline…il suo orto e il suo frutteto…e a brontolare dietro a noi ragazzi…anzi dietro ai ragazzini della nuova generazione…visto che oramai noi eravamo troppo cresciuti per andare ancora farci beffe ( che stupidi eravamo però che bei tempi allora) dei suoi borbottii e dei suoi urlacci, secondo me per posa ……ora penso che si divertiva forse più lui di noi allora… Sono passati tantissimi anni da allora, là dove stava la sua e’ stato costruito un grande condominio, nella via ancora passano e giocano tanti ragazzini in bicicletta…., il Tonio , non so quando, ha raggiunto la sua Rosina…ma sono sicura che ogni tanto lancia uno sguardo laggiù e si diverte vedendo i ragazzini che fanno i dispetti a qualcun altro e tra un borbottio e l’altro sicuramente ride sotto i baffi, divertito, insieme alla Rosina…
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