Processione con ‘inchino’ della Madonna sotto casa del boss ( tv.ilfattoquotidiano.it )
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Oppido Mamertina. Reggio Calabria. Calabria. Italia. Europa.
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«`Ndrangheta e Chiesa camminano per mano» ” Dio proteggi me e questo bunker” è la scritta che, tra un santino di padre Pio e un bassorilievo raffigurante il volto di Cristo, i carabinieri del Ros hanno scovato nel rifugio del boss Gregorio Bellocco. «Faccio il magistrato da 26 anni – spiega il procuratore Gratteri – e non trovo covo dove manchi un’immagine della Madonna di Polsi o di San Michele Arcangelo. Non c’è rito di affiliazione che non richiami la religione. ’Ndrangheta e Chiesa camminano per mano...» «Il vescovo di Reggio Calabria, anche dopo la condanna in Cassazione di un capobastone, ha detto che non poteva schierarsi perché magari si trattava di un errore giudiziario. Il vescovo di Locri ha sì scomunicato i mafiosi, ma solo dopo che avevano danneggiato le piantine di frutti di bosco della comunità ecclesiastica di Platì. Solo che prima di quell’episodio, i boss avevano ammazzato migliaia di persone. Bisogna aspettare le piantine perché i prelati si sveglino?». Ma non basta, Gratteri ricorda ancora un caso clamoroso: «Qualche anno fa la figlia di Condello il Supremo si è sposata nel duomo di Reggio Calabria. E’ arrivata pure la benedizione papale. A Roma potevano non conoscere il clan, ma in Calabria tutti sanno chi sono i Condello. Eppure nessuno ha fiatato. I preti, poi, vanno di continuo a casa dei boss a bere il caffè, regalando loro forza e legittimazione popolare». Un atto di accusa durissimo, visto il significato che per le cosche ha il controllo del territorio: la legittimazione del rappresentante locale della Chiesa diventa un formidabile strumento di condizionamento ambientale: «Alcuni dicono che frequentano i mafiosi perché devono redimere - spiega Gratteri - Capirei se la Chiesa accogliesse chi si pente davvero, ma così è troppo facile: continui a uccidere, a importare cocaina, a tenere soggiogata la gente e io, prete, ti do pure una mano».
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Chiesa e mafia: due cupole, non a caso....!! La prima, quella di San Pietro, in Vaticano, centro e simbolo del potere e dell’organizzazione della Chiesa cattolica; la seconda, vertice che governa Cosa Nostra. Due cupole fra loro lontane e distanti – e non solo geograficamente – le cui storie però si sono spesso intrecciate, le “teologie” sovrapposte e gli appartenenti all’una o all’altra sovente hanno percorso le medesime strade. Il boss che guida la processione di sant’Agata a Catania è un segnale molto forte agli occhi della gente: c’è la benedizione della Chiesa, quindi un riconoscimento pubblico”. Da parte della Chiesa “Nel passato c’è stata accettazione e compiacenza, anche da parte dei vertici ecclesiastici, come il card. Ruffini per cui la mafia era comunque meglio del comunismo”.
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predicatori delll'amore universale, del perdono e della bontà senza fine...... ^__^ Oppido, il Parroco invita a schiaffeggiare il giornalista del «Fatto»
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Ma roba da matti.