I nomi della cosiddetta “ala sinistra del Pd” che ha votato a favore di Calderoli e contro Cecile Kyenge E si dichiaravano “diversi” da Renzi … ( i.imgur.com )
(1|0) inviato 1 anno fa da rEVOLution a home
[–] 1 punti inviato 1 anno fa da teo44
beh ha detto SEMBRA e rido.....rido di più dei pagliacci che per fare i fighi l'hanno nominata ministro per poi trombarla(non nel senso fisico.....) dopo 10 inutili mesi. italia....
[–] 1 punti inviato 1 anno fa da rEVOLution
Hanno cinicamente votato a favore di Calderoli e contro Cecile Kyenge, oltre al solito Ugo Sposetti, anche Miguel Gotor, Corradino Mineo, Walter Tocci, Vannino Chiti.
Essere contro i razzisti ci pare proprio il minimo!
questi signori che amano dirsi “di sinistra” hanno chiuso: si sono infatti giocati qualsiasi credibilità
Anpi News n. 174 – 22/29 settembre 2015
L’assoluzione di Calderoli in Parlamento, con voto compatto delle opposizioni e della maggioranza (con poche eccezioni)
Peraltro, Calderoli è parlamentare; e dunque occorre, non l’autorizzazione a procedere, come hanno scritto molti superficiali, ma un giudizio del Parlamento (art. 68 della Costituzione ), limitato alla valutazione se si tratti di “ opinioni espresse o voti dati nell’esercizio delle loro funzioni “. Se il giudizio è positivo, scatta la cosiddetta insindacabilità e quindi il processo non può andare avanti. Sui limiti dell’insindacabilità, si è pronunciata numerosissime volte la Corte Costituzionale, con rigore e precisione, spesso contro il parere del Parlamento, che ha una certa tendenza a dichiarare tutti (o quasi tutti) insindacabili. Il rigore è necessario perché è in gioco un altro diritto, che spetta ad ogni cittadino, quello cioè di avere un giudice ed un processo, insomma di chiedere, possibilmente, di ottenere giustizia (art. 24 della Costituzione ).
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E’ avvenuto, in sostanza, un fatto molto grave, proprio da parte dei rappresentanti del popolo. La cosa ancora più grave è che questo comportamento riguarda l’aggravante: i parlamentari hanno escluso, in pratica, che la frase pronunciata da Calderoli avesse un contenuto razzista. Lo capirebbe anche un bambino che dire ad una donna che assomiglia ad un orango non è un complimento;
Essere indulgenti su queste cose è gravissimo, perché in Parlamento si dovrebbe essere particolarmente severi in una materia così delicata e così puntigliosamente regolata dall’art. 3 della Costituzione.
Naturalmente, non voglio neppure chiedermi perché sia stato fatto questo “favore“ a Calderoli; se – come alcuni giornali insinuano – ci sia stata una “captatio benevolentiae“ per non farlo insistere sugli emendamenti che ha presentato sulla riforma del Senato. Queste sono ipotesi e supposizioni, che tali restano. A me interessa il fatto oggettivo, che il Vicepresidente del Senato si renda protagonista di un episodio vergognoso e che i suoi colleghi lo assolvano, impedendo alla persona così gravemente offesa, di ottenere giustizia. Povera Italia!
Ecco chi ha salvato Roberto Calderoli dall’accusa di razzismo leggi qui i nomi
Due terzi dei senatori democratici, sinistra interna compresa. Una metà dei vendoliani. Qualche Cinque stelle, espulsi inclusi. Tutti convinti che nelle parole dell’esponente leghista (“la Kyenge sembra un orango”) non ci fosse un intento discriminatorio basato sul colore della pelle.